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Un’esortazione forte e luminosa, accorata come le note che ci hanno consegnato i Maestri rinascimentali, suggestiva come la notte unica e speciale della Natività, che ci apprestiamo a celebrare: “Veni spes mundi” è il titolo del concerto conclusivo della 32ma edizione del Festival internazionale di Musica Sacra di Pordenone, ed è anche una prefigurazione di quella “speranza” che ha scandito il cartellone 2023 e che alberga, quest’anno con particolare intensità, nel cuore dei cittadini del mondo.


Oggi, 20 dicembre, alle 20.45 nel Duomo Concattedrale di San Marco, a Pordenone, riflettori su La Rossignol, l’Ensemble di Musica rinascimentale che ha conquistato le platee del mondo e lavorato con grandi artisti, primo fra tutti l’indimenticato cineasta Ermanno Olmi. Il concerto suggella quindi il cartellone 2023 del Festival, ideato e promosso da Presenza e Cultura, per la direzione artistica dei Maestri Franco Calabretto ed Eddi De Nadai.
Roberto Quintarelli controtenore, Elena Bertuzzi soprano, Levi Alghisi flauti diritti e cornamuse, Erica Scherl viella e violino rinascimentale e Francesco Zuvadelli ghironda e organo positivo sono i componenti de La Rossignol: il loro programma di musiche rinascimentali per la Natività spazierà da partiture di varie tradizioni (Ecce novum gaudium, Pastorella, La Santa allegrezza) a note di Carlo Pallavicino (Dormite o pupille), Giovanni Battista Cocciola (Ave mundi spes Maria), quindi la Lauda sull’aria della Monica Partono dall’oriente e un’incursione nel XVII secolo con Sant’Alfonso Maria de’ Liguori. In chiusura la Danza dei pastori di August Nörmiger, datata 1599.
Il Natale segna la rinascita del Sole dalle tenebre nell’eterno ciclo della vita, simbolo di speranza e di rinnovamento. Nella seconda metà del secolo XVI e nel secolo successivo la musica dedicata alla Natività visse una stagione d’oro: uscì dalle chiese, entrò nelle case della nobiltà e percorse le strade dei quartieri popolari per celebrare un rituale che, allora come oggi, simbolicamente, chiude un ciclo annuale e inaugura quello successivo. Le musiche degli zampognari, i canti, i suoni di flauti, liuti e chitarre per l’occasione acquisiscono un potere magico, poiché uniscono, rievocano, consolano, tramandano usi e costumi e a loro è affidata la festa, la partecipazione corale alla nascita del Verbo. Nel Rinascimento la tradizione cristiana si intreccia con quella contadina e, sia in ambito colto che popolare, l’attenzione all’Avvento e alla Natività è altissimo e culmina in quella notte che affascinò poeti, musici, pittori e uomini di scienza.
La 32ma edizione del Festival Internazionale di Musica Sacra, è organizzata in collaborazione con Centro Iniziative Culturali Pordenone, Casa dello Studente Antonio Zanussi Pordenone, Ministero della Cultura, assessorato alla Cultura della Regione Friuli Venezia Giulia e inoltre con Promoturismo Fvg, Comune di Pordenone e Fondazione Friuli. L’ingresso è libero, info e dettagli musicapordenone.it

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L’Orchestra del “Tartini”
questa sera a Sacile

“Visioni sonore attraverso l’Europa del Romanticismo”: questo il titolo dell’evento che oggi conclude a Sacile l’anno musicale per l’Associazione Ensemble Serenissima e il XXVII Fvg International Music Meeting, ma celebra anche il quarantesimo anniversario dalla fondazione dell’associazione. Protagonista della serata – ore 20.45, Teatro Zancanaro, ingresso libero – sarà l’Orchestra Sinfonica del Conservatorio “Tartini” di Trieste, ensemble dinamico, rinomato per la sua vitalità e innovazione. Sul podio Silvia Massarelli, una direttrice acclamata a livello internazionale. Il programma è un ricco mosaico di talento e diversità. Si apre con l’Andante e Rondò ungarese op.35 di Weber, interpretato dalla brillante fagottista Martina Miniussi, segue il Concerto per pianoforte n. 2 op. 22 di Camille Saint-Saëns eseguito dal pianista Matteo Di Bella, conosciuto per la sua freschezza interpretativa e si conclude con la Sinfonia n.1 op.26 di Scriabin, un capolavoro che esplora il confine tra tradizione e innovazione nella musica classica. La mezzosoprano Giulia Diomede e il tenore Francesco Scalas, entrambi artisti in ascesa noti per la loro passione interpretativa, arricchiranno l’esecuzione. Come detto, ingresso libero senza prenotazione.

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